L’alimentazione del cavallo sportivo
Emanuele Menghini Luciano Bertocchi Medici Veterinari Servizio Tecnico Veronesi Verona Spa
I fabbisogni energetici possono essere valutati con diversi criteri, elaborati in base ai livelli dell’utilizzazione energetica degli alimenti:
• metodo dell’Energia Digeribile (ED): data dalla differenza tra l’energia totale della razione e quella presente nelle feci.
• metodo dell’Unità Foraggera (UF): rappresenta la quantità di energia netta (EN) dell’alimento utilizzata dall’animale. Una UF corrisponde al potere nutritivo di un chilogrammo di orzo o 2,5 chilogrammi di prato stabile (fieno normale). Questi valori sono stati ottenuti da studi effettuati sui ruminanti e non sul cavallo il cui apparato digerente presenta delle caratteristiche anatomo-funzionali proprie che non giustificano pienamente l’utilizzo delle stesse unità di misura. Per questo motivo i ricercatori francesi dell’INRA propongono l’Unità Foraggera Cavallo (UFC)* che corrisponde al valore di energia netta dell’orzo calcolato per il cavallo.
• metodo delle Sostanze Nutritive Digeribili (SDN o TDN): è la misura espressa in % della differenza tra l’energia lorda (o totale della razione) e quella perduta con feci, urine e gas, questi ultimi prodotti dalle fermentazioni microbiche. Esso si calcola sommando le percentuali di proteina digeribile, estrattivi inazotati e grassi digeribili, moltiplicando il risultato per 2,25. Il fabbisogno di energia varia a seconda dello stato di nutrizione che si vuole far raggiungere al cavallo, del dispendio di energia da parte del soggetto a causa del lavoro cui è sottoposto oppure del particolare momento fisiologico (crescita, lattazione, monta).
* L’Unità Foraggera Cavallo (UFC) di un alimento si ottiene dividendo il suo valore in EN (espresso in Kcal) per quello dell’orzo che, nel caso del cavallo è di 2200 Kcal: questi valori sono calcolati entrambi per il fabbisogno di mantenimento.
EL = energia lorda dell’alimento
de = coeff. di digeribilità della energia
EM = energia metabolizzabile
ED = energia digeribile
Km = rendimento di utilizzazione dell’EM per il mantenimento Questi valori si calcolano in base alla composizione chimica dell’alimento mediante equazioni di regressione. Tali equazioni sono state dedotte da prova di digeribilità in vivo su cavalli da sella impiegando 148 alimenti di natura diversa.
MANTENIMENTO
Il fabbisogno di mantenimento è la quantità di energia utilizzata dall’animale in condizioni di riposo per svolgere le proprie funzioni vitali (respirazione, attività nervosa, etc.) ed un minimo di attività muscolare (decubito, pascolamento, stazione, masticazione). Tale quota si aggira sulle 3,5 - 4,0 Mcal di ED/100 Kgpv. Valori simili si ottengono applicando la formula di Tisserand: 2,5 (1 + pv/100) Mcal ED. Wolter invece esprime i fabbisogni in UF e li calcola nel modo seguente: 0,5 UF / 100 Kgpv + 2 UF.
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Nelle fattrici i fabbisogni sono correlati al momento fisiologico (vuote, in gestazione, in lattazione). Secondo Tisserand, nelle fattrici in gestazione, si devono aumentare le Mcal di ED da 1 a 4 per capo al giorno in relazione al peso delle fattrici (vuote). Wolter consiglia un aumento da 0,2 UF per capo al giorno al settimo mese di gravidanza, crescendo fino ad 1 UF per capo al giorno negli ultimi due mesi. In lattazione i fabbisogni si possono calcolare in base al peso vivo della fattrice o alla produzione lattea. Nel primo caso si aggiungono 5,5 p/100 Mcal di ED. Nel secondo caso si aggiunge 1 UF ogni 3,5 litri di latte prodotto, senza però superare le 4-5 UF in totale.
Negli stalloni i fabbisogni dipendono dal numero di salti effettuati al giorno o alla settimana. Tisserand (1979) propone: in caso di servizio leggero (un salto a giorni alterni) 1,5 Mcal di ED per capo al giorno; per un servizio medio (un salto al giorno) 2,5 Mcal di ED per capo al giorno, per arrivare infine a 5 Mcal di ED per capo al giorno se il soggetto è sottoposto ad un servizio intenso (due salti al giorno).
Facendo riferimento alle UF, Wolter (1975) propone 0,5 - 1,5; 1,5 - 2,5; 2,5 - 3,5 UF per capo al giorno in funzione del numero di salti.
LAVORO
E’ difficile quantificare il lavoro e conseguentemente anche i fabbisogni, dal momento che la quantità di energia consumata dipende da vari fattori legati al cavallo (età, condizioni fisiche), al cavaliere (peso, abilità), alla situazione ambientale, ma soprattutto al tipo di lavoro che può essere leggero, medio, intenso o molto intenso. Facendo riferimento a tali tipi di lavoro Breuer (1970) ha proposto rispettivamente 0,3; 0,5; 1,0 Mcal di ED per 100 Kgpv all’ora, mentre, Wolter suggerisce 1-2; 3; 4-5; 6 UF per capo al giorno.
FABBISOGNI PROTEICI
Le proteine sono il vero costituente non sostituibile della dieta alimentare assieme ai minerali ed alle vitamine. Un valido apporto proteico è necessario nei soggetti in accrescimento, in gestazione e in lattazione. Le proteine però non diminuiscono di importanza anche nella dieta degli adulti in condizioni normali, in quanto il loro patrimonio proteico non ha funzione di riserva ma assolve a compiti ben precisi (proteine epatiche, enzimi, etc.). Accanto alla quantità va considerata la qualità delle proteine. Esse sono costituite da una sequenza di aminoacidi che si distinguono in essenziali e non essenziali. La presenza di aminoacidi essenziali, cioè che non possono essere sintetizzati dall’organismo, influisce sulla qualità delle proteine e quindi sulla loro utilizzazione da parte dell’organismo stesso; questi fattori determinano infatti il loro valore biologico.
Le proteine somministrate ai cavalli soprattutto in accrescimento, dovranno essere dotate di un elevato valore biologico. Questo potrebbe essere in contrasto con la presenza a livello del grosso intestino di una flora batterica in grado di sintetizzare proteine di alta qualità, analogamente a quanto accade nel rumine. Però, a differenza del rumine, la proteosintesi batterica non è accompagnata da un soddisfacente assorbimento delle proteine prodotte. I fabbisogni proteici si esprimono in proteina grezza o in proteina digeribile. La proteina grezza esprime il contenuto proteico totale dell’alimento mentre quella digeribile indica la quantità che verrà utilizzata. Distinguiamo fabbisogni di mantenimento, accrescimento, riproduzione; per il lavoro l’apporto di proteine non assume grande importanza, peraltro il maggiore apporto energetico (dovuto all’impiego di concentrati) fornito all’animale sembra essere sufficiente a integrare le perdite proteiche che avvengono soprattutto con la traspirazione.