dott. Simone Coleschi
1997
L’Anemia infettiva degli equini è una malattia VIRALE contagiosa presente in tutto il mondo, costituisce perciò un problema di grande attualità per la patologia equina. Nella Anemia Infettiva il contagio diretto da animale ammalato ad animale sano ha una importanza secondaria rispetto alla trasmissione indiretta.
Quest’ultima avviene per via digerente, in seguito ad ingestione di acqua o alimenti contaminati, o più frequentemente per via CUTANEA o attraverso le mucose tramite vettori intermedi come INSETTI EMATOFAGI (zanzare), aghi infetti o materiale chirurgico vario. Questo è spiegabile in quanto nel sangue del cavallo affetto da questa malattia risulta sempre presente il virus, quindi la zanzara che punge un soggetto colpito da A.I. può trasmettere l’INFEZIONE ad altri cavalli REINOCULANDO loro il virus.
Un soggetto sano può essere altresì infettato tramite strumenti chirurgici o AGHI CONTAMINATI. Altra via di trasmissione è quella tra madre e feto per via TRANSPLACENTARE.
Dopo un periodo di INCUBAZIONE molto variabile (da pochi giorni fino a tre mesi), inizia la sintomatologia: febbre (non sempre costante nelle ventiquattro ore), ANEMIA, SUBITTERO O ITTERO, ANORESSIA, ABBATTIMENTO DEL SENSORIO, TURBE DELLA LOCOMOZIONE, EMORRAGIE, EDEMI, agli arti ecc. …
Questi sintomi possono assumere, carattere di particolare gravità soprattutto nei soggetti più giovani o in quelli debilitati e portare rapidamente alla morte oppure assumere andamento cronico, più subdolo con morte per deperimento generale dopo vari mesi o anni dall’inizio della malattia.
Esiste poi una forma latente durante la quale l’animale appare normale, non mostra sintomi clinici rilevabili esternamente per anni, ma è ugualmente infetto perché è un pericoloso serbatoio di virus.
L’A.I. è una malattia INCURABILE, nel senso che non esistono terapie valide attualmente in grado di combattere questo virus; la guarigione del cavallo ammalato, secondo gli studiosi, è avvenuta solamente in rarissimi casi.
Premesso ciò, si può capire l’importanza che riveste la diagnosi precoce della malattia: dalla comparsa dei primi sintomi, all’isolamento di un cavallo portatore sano per evitare la diffusione del virus. La diagnosi definitiva di A.I. si effettua tramite il TEST DI COGGINS. Chiunque legga questo articolo avrà sottoposto almeno una volta il proprio cavallo a questo tipo di analisi.
Il test di Coggins è richiesto per prendere parte a FIERE, MERCATI, MANIFESTAZIONI SPORTIVE, per entrare in alcuni centri ippici, maneggi o scuderie così da salvaguardare da ogni possibilità di diffusione dell’infezione. Per fortuna i casi segnalati ogni anno in Italia sono piuttosto rari, anche perché le misure di profilassi nel caso in cui un soggetto risulti positivo al test di Coggins sono molto severe. Prevedono l’applicazione di vari Decreti e Regolamenti che indicano l’isolamento dei capi risultati positivi al test di Coggins, la dichiarazione di zona infetta, il sequestro di tutti i cavalli venuti a contatto con il soggetto positivo e l’abbattimento degli animali ammalati.
Le autorità autorizzate ad effettuare il prelievo di sangue per il test di Coggins sono i veterinari ULSS, i laboratori che eseguono i test sono gli Istituti ZooprofilattIci Sperimentali. Per difendere i nostri cavalli dal pericolo di questa malattia si dovrà: richiedere il test di Coggins al momento dell’acquisto ed ogni qualvolta che si effettua uno spostamento bisognerà assicurarsi che nel luogo di arrivo i cavalli siano stati sottoposti a questo test con esito negativo. Attenzione poi ad aghi, siringhe, o altri strumenti che vengono a contatto con il sangue: si useranno una sola volta e poi si getteranno negli appositi contenitori!
Per informazioni Tel. 0575/59657 Tel. 0337/674897 (AR)