Anche questa volta non sono mancata al fatidico appuntamento con "FieraCavalli Verona" e a tal riguardo propongo uno stralcio di un articolo da me redatto nel 2010 a descrizione di quali bellissime ed entusiasmanti emozioni avessi provato la prima volta che vi partecipai in qualità di spettatrice e a seguire, qualche anno dopo, in versione di amazzone rappresentante l'Associazione di Natura a Cavallo.
“Nel novembre del 2008 per la prima volta varcavo l’ingresso di FieraCavalli a Verona e come Alice nel Paese delle Meraviglie mi ritrovavo, tutto d’un tratto, immersa in un mondo fantastico, quasi surreale. Una ipotetica immaginaria linea posta al di là dai tornelli delimitava il confine tra il caotico strepito cittadino e una nuova dimensione dall’atmosfera onirica, circense, oserei quasi dire dal sapore felliniano. Da subito un turbinio di colori e di rumori, di suoni e di voci mi frastornava, evocandomi la piacevole sensazione di essere tornata bambina. Nell’aria nuvole di fumo gonfie di odore di patatine fritte, porchetta e caldarroste si mescolavano alle virili essenze dei finimenti di cuoio ingrassati di fresco e dei crini di cavallo. Ovunque un andirivieni di gente, il passaggio di carrozze di ogni foggia ed epoca, uomini e donne in costume, chi in sella, chi a piedi, ognuno accompagnato dal proprio beniamino anch’esso, per l’occasione, bardato e strigliato a dovere. Ragazze dal fisico esile elegantemente accomodate su maestosi frisoni dal manto lucidissimo creavano contrasto a uomini dal peso generoso in groppa a quadrupedi dalla stazza più leggera. File di cavalieri e amazzoni in divisa serpeggiavano tra la folla lasciandosi dietro scie di curiosi e di appassionati. Più avanti, corpi scelti schierati e allineati in parata attendevano l’arrivo delle autorità, mentre bimbi e adulti si avvicinavano con discrezione ai musi dei cavalli elargendo loro carezze e apprezzamenti. Io stessa, raccolta in una sorta di ammirazione per quei nobili animali, pensavo tra me e me quanto desiderassi possederne uno tutto mio, “chissà … forse un giorno …”. Intanto al padiglione 11, tra il risuonare di musiche country, nitriti e nomi di cavalieri e di cavalli annunciati all’altoparlante, torme di spettatori accalorati incitavano quarters lanciati in arena al galoppo, mentre sul piazzale all’esterno, figuranti vestiti da centurioni scortavano una biga trainata da due splendidi destrieri bianchi. E così via di seguito, in un vorticare di spettacolari avvenimenti. Altrettante magiche e innumerevoli sensazioni provavo ripetendo l’esperienza l’anno seguente e quello dopo ancora. Quel “chissà … forse un giorno …” nel frattempo si è avverato … e non solo! Nel 2010, infatti, insieme ad altri 9 membri rappresentanti varie sezioni regionali di NaC, ho sfilato con il mio Snappy in fiera e nel centro storico di Verona per tutta la durata dell'evento e credetemi, … la soddisfazione è stata davvero tanta!”
Seppur le più recenti edizioni della manifestazione abbiano avuto un tono leggermente più modesto (meno stands all'interno dei capannoni e ridotta presenza di bancarelle all'esterno), gli abituali frequentatori potranno comunque riscontrare nel mio scritto la vera essenza di "FieraCavalli Verona". Considerati l’assiduità e l’impegno di Italo D’Incà e di tutto il gruppo organizzativo dell’Associazione, sono certa che NaC potrà continuare a partecipare, negli anni a venire, al più importante evento nazionale relativo al mondo del cavallo. Al 2015, allora!
Sara Magaton